“Tutti sono uguali. Persino i re.” – Lucjan Wyrzyk
La Confederazione Sarmatiana è l’unica Nazione di Théah in cui vige una democrazia, fragile, ma pur sempre tale. Fin dal XV secolo il potere del re era stato limitato dal Sejm, un consiglio composto da sedici potenti nobili e alti prelati vaticini che aveva il compito controllare le azioni del re e in cui solo i nobili avevano potere di voto.
Nell’originario statuto che definiva i compiti del Sejm, vi era anche quello di scegliere l’erede al trono, che non necessariamente sarebbe dovuto essere il figlio del sovrano. Inoltre, ad ogni singolo membro del Sejm (detto posel o poslowie al plurale) era concesso il liberum veto, ossia la possibilità di bloccare qualsiasi decisione, cancellando di conseguenza qualsiasi dibattito in materia.
Con la formula “Nie pozwalan!” potevano essere bloccate tutte le leggi in nome degli interessi personali o delle fazioni rappresentate dai singoli posel. Il ristagno politico era pertanto diventato intollerabile e la malattia del sovrano Stanislaw I ne aveva indebolito la forza politica a tal punto che l’unico a poter trovare una soluzione che permettesse alla Nazione di rifiorire era l’erede designato, molto amato e già chiamato dal popolo Stanislaw II. Fu solo grazie alla sua astuzia che riuscì ad aggirare il potere del Sejm: dopo notti insonni di studio nella Biblioteca Reale, scoprì che tutti i regi decreti dovevano essere sottoposti all’approvazione del Sejm, tranne uno. Al re rimaneva la facoltà di concedere titoli nobiliari, forse considerato un retaggio trascurabile al tempo della formazione del consiglio.
Stanislaw II non perse tempo e convinse il padre a promulgare un regio decreto chiamato la Libertà Dorata, in cui si sanciva che tutti i cittadini sarmatiani erano da considerarsi nobili e pertanto avrebbero avuto diritto di voto nel Sejm. Con questo decreto la Confederazione si era trasformata in una vera e propria democrazia, tanto che i sedici originari membri del Sejm si affrettarono ad eliminare il liberum veto per paura che i nuovi nobili potessero avvantaggiarsene.
La situazione attuale è pertanto profondamente mutata, in quanto benché il sovrano sia ancora molto malato e il figlio sia impegnato a raccogliere consensi per garantire la propria successione, il potere del Sejm si è contemporaneamente rafforzato e indebolito. La sua forza è ora rappresentata da due camere: il Senat, composto dall’antica nobiltà e la Izla Poselska, la camera bassa in cui vota la nuova nobiltà. La sua debolezza è rappresentata dal fatto che, se l’intero esercito votasse contro una possibile guerra, sarebbe difficile per il Sejm raggiungere i numeri necessari per ottenerne l’approvazione.
La Confederazione Sarmatiana deve il suo nome all’unione di due Nazioni, la Rzeczpospolita a sud e la Curonia a nord. Il territorio è vario, costellato di foreste ed estremamente paludoso nella regione curoniana. Tra le due, la Curonia è anche la zona più ricca di antiche tradizioni ed è sempre lì che albergano quelle che la Chiesa vaticina definisce superstizioni. Infatti, i Curoniani venerano e rispettano misteriose entità chiamate dievai (dievas), creature disposte a concedere incredibile potere a coloro che vogliono stringere alcuni patti con loro.
Tuttavia, nonostante le credenze della Sarmatia e la forte influenza dell’Impero della Mezzaluna, la Chiesa ha tuttora una forte presa sulla popolazione, specie fra i rzeczpolitani. La popolazione delle due regioni è accomunata dal cosiddetto Sarmatismo, ossia una specie di ideale cavalleresco ispirato alle gesta degli antichi governanti. Questo spirito è incarnato dai membri della Slachta, un ordine di cavalieri che oggi si erge a difesa dell’intero popolo sarmatiano e non più solo del sovrano. L’esercito regolare è il più grande di Théah e noto soprattutto per gli Husaria, gli Ussari Alati, una possente cavalleria al servizio della Nazione.
A seguito della Libertà Dorata anche la Confederazione Sarmatiana ha adottato il Guilder come moneta ufficiale.