“I Castilliani vivono le loro vite come suonano le loro chitarre: con sfrenata passione e assoluta precisione.”  – Lady Sophie de Lac

Castille è una Nazione antica e ricca di storia, la cui origine risale al crollo del Vecchio Impero e che riunisce in sé secoli di storia e contraddizioni: da alleata dell’Impero della Mezzaluna contro Avalon e Montaigne è oggi invece il quartier generale della Chiesa vaticina.

Il cuore di Castille è nel suo popolo e forse è stato questo a permetterle di sopravvivere all’invasione di Montaigne e a ricacciare indietro l’invasore seppur con grande sofferenza. Castille è una Nazione ricca di risorse minerarie e possiede fertili pianure da coltivare che la Chiesa amministra in modo così preciso e oculato da avere raccolti e risorse in abbondanza. Tuttavia la Chiesa vaticina non è solo un’importante risorsa, ma anche un grave problema a causa della sua falange più estremista, l’Inquisizione. Fino a pochi anni fa la famiglia Sandoval regnava su Castille, facendo rispettare le sue leggi attraverso i cosiddetti Grandi, che amministravano vasti territori in nome del sovrano.

Tuttavia, alla morte del re, avvenuta quattro anni fa, è succeduto il figlio appena dodicenne. El Concilio de la Razón, il concilio di cardinali a cui è demandato il compito di affiancare il sovrano nelle sue decisioni, ha rifiutato di riconoscere il giovane principe come Rex Castillium e di fatto è il Concilio a governare il Paese.

Ogni decreto reale è controllato e riscritto dal cardinali nel tentativo di creare l’illusione che a Castille vi sia ancora un potere forte e il colpo di stato è avvenuto quasi senza clamore. Per quanto il giovane re sia molto amato dal popolo e sia soprannominato “Buon Re Sandoval” le decisioni dei cardinali potrebbero minare la sua credibilità, specie quelle prese dal più influente di loro, l’Alto Inquisitore Verdugo. Molte decisioni del re non arrivano neppure alle orecchie dei suoi Grandi e, pezzo per pezzo, la Nazione sta collassando nelle mani di ufficiali ed esattori corrotti.

Perfino durante la guerra contro Montaigne molte battaglie sono state perse proprio a causa di ordini mai arrivati alle orecchie dei generali poiché troppe teste pretendevano di governare il regno. La guerra ha causato anche un altro disastro: gran parte dei nobili sono diventati hidalgo, ossia dei titolati privi di terre, perlopiù finite in mano alla Chiesa e ai suoi amministratori. Solo pochi sono riusciti a salvare qualche privilegio grazie a fratelli più fortunati che hanno potuto dar loro asilo, ma molti si possono trovare ubriachi marci a vendere la propria spada per pochi dobloni, moneta ufficiale castigliana. Anche a Castille si sta diffondendo il Guilder con sommo fastidio della vicina Vodacce.

Consigli di stile

La prima cosa che uno straniero noterebbe a primo contatto con la realtà Castilliana è il carnevale di colori presenti nel loro abbigliamento.

Il nero e i toni caldi sono il tema portante, dove di solito basi scure si accompagnano a bordature, sigilli e altri ornamenti nelle calde tonalità del giallo, il rosso e l’arancione.

I Castilliani considerano il loro abito un segno di onore e distinzione tanto che anche il più umile dei contadini è solito acquistare dei tessuti colorati da aggiungere ai loro semplici abiti, non per indicazione di status ma per semplice e puro orgoglio nazionale.

Il tradizionale costume maschile include il sombrero (un cappello, di solito a tesa larga), camicia e pantaloni attillati avvolti da una fusciacca colorata in vita.
In viaggio o durante gli eventi sociali si è soliti indossare anche sciarpe, guanti, passamani e gorgiere.
Le decorazioni più comuni sono ricami, borchie metalliche, bottoni e fibbie.

Le giovani nubili, invece, hanno abiti che rispecchiano la loro purezza, in bianco o crema, ma non è raro vederle indossare dei fazzoletti colorati.
Con l’avanzare dell’età si iniziano ad aggiungere agli indumenti ricami sempre più sfarzosi, perle e lustrini, su vestiti di base nera per le nobildonne mentre il cremisi, il verde e il blu per quelle di retaggio più modesto. I capelli vengono acconciati in modo elaborato con trecce piccole e medie che cadono sul collo come anelli setosi.

I funzionari vaticini, invece, preferiscono tonache cremisi