Eisen

“I preti continuano a dirmi che i Profeti ci riuniranno tutti nella vita futura. Trovo difficile crederlo, dal momento che ci hanno divisi in questa.” – Niklas Träge, Eisenfürst di Freiburg

Un tempo crocevia di merci e uomini, abitata da un popolo fiero e orgoglioso, oggi Eisen è spezzata e ridotta ad un cumulo di macerie. Laddove prima erano campi coltivati e fiorenti città, oggi si trovano solo pianure di cenere e case vuote.

Dell’Impero di Eisen non rimangono che tristi vestigia, una memoria perduta di tempi più floridi. La Guerra della Croce ha infierito duramente su questa Nazione in cui si è combattuta fratello contro fratello. Vaticini e Obiezionisti si sono affrontati fra le sterminate foreste di neri abeti e fra le valli delle gelide montagne a nord il sangue è scorso a fiumi e anche quando finalmente è giunta la pace, gli Orrori sono arrivati con essa. Perfino il più coraggioso oggi ha paura di sentire l’ululato del lupo nella notte, perché non si sa cosa possa giungere con esso.

Tuttavia, nonostante la tragedia, Eisen si sta rialzando e sta cercando di ritornare ai fasti di un tempo poiché per i suoi abitanti il senso di fratellanza di un popolo può portare a superare qualsiasi avversità. Eppure, la guerra ha quasi dimezzato le genti di Eisen e ha strappato molti di loro ai campi e alle loro uniche fonti di sostentamento. I più disperati sono partiti alla ricerca di fortuna, vendendo le proprie spade come mercenari e con esse tutta la loro micidiale abilità appresa durante la Guerra della Croce. 

Delle antiche usanze rimane ben poco nella vita di tutti i giorni. A causa della grave carestia in cui si trova il Paese, i primi a dover mangiare sono i bambini e perfino l’ospite più onorato dovrà attendere che anche il più piccolo abbia finito prima di poter desinare a sua volta. La guerra ha cambiato perfino le classi sociali: se prima esistevano gli Adel, i nobili feudatari, i Söldner, ricchi mercenari o maestri nelle accademie di guerra, e i Bauern, ossia i contadini, oggi non è difficile incontrare anche i Waisen, gli orfani nullatenenti della guerra che vagano come spettri fra le rovine alla ricerca di qualcosa da mangiare.

Molti Adel dicono che puoi perfino bastonare un Waisen e lo riconoscerai come tale poiché non alzerà neppure le braccia per difendersi. Nonostante la guerra, la religione è ancora molto sentita in Eisen e vi sono tanti Tradizionalisti quanti Obiezionisti. I sette Königreich, o grandi feudi, in cui si è frantumata Eisen sono perfettamente rappresentativi di questa situazione: ogni Eisenfürst, o “Principe di Ferro” ha una propria visione della religione e governa le proprie terre di conseguenza.

Tra loro vi è perfino chi si dichiara apertamente ateo, come Niklas Träge, Eisenfürst di Freiburg. Ogni Königreich ha anche la propria organizzazione politica che spesso differisce dai feudi confinanti: Elsa Pösen mantiene uno stretto controllo sul commercio e sulle truppe, mentre Roswitha von Wirsche delega spesso l’amministrazione ai propri consiglieri. Anche Eisen ha adottato il Guilder come moneta e ha anche ottenuto dalla Lega di Vendel il permesso di coniare il pfenning di valore pari a un decimo di Guilder.

Alcuni Eisenfürst coniano anche il marco, in ricordo dell’Impero, ma la vera forza economica di Eisen non è nel commercio, bensì nel suo talento per la guerra: i suoi mercenari sono tra i più apprezzati di Théah e non è insolito che i generali di altre Nazioni studino presso le sue rinomate Accademie Militari.